Una recente analisi dei software anti-cheat nei videogiochi ha svelato le soluzioni più efficaci e ha evidenziato il redditizio mercato nero della creazione di cheat.
L’imbroglio continua a rappresentare un problema critico nel settore dei giochi online, con gli sviluppatori di giochi che lavorano instancabilmente per superare gli hacker che realizzano aimbot, wall hack e altri strumenti dannosi.
Uno studio del 2024 condotto dall’Università di Birmingham ha valutato 80 siti web che vendono trucchi per videogiochi e ha valutato l’efficacia di diversi sistemi anti-cheat nell’identificarli.
I risultati rivelano un fatturato sbalorditivo per i distributori fraudolenti: i ricercatori stimano che il loro reddito complessivo sia compreso tra 12,8 milioni e 73,2 milioni di dollari all’anno.
I problemi relativi a wallhack, aimbot e altri metodi di cheating hanno avuto un impatto significativo su Warzone.
“La nostra analisi indica che il prezzo dei cheat è strettamente correlato alla resilienza delle tecnologie anti-cheat che devono superare. Questa relazione è più significativa di altri fattori, tra cui la popolarità complessiva del gioco”, hanno osservato gli autori.
La ricerca ha inoltre individuato i giochi dotati delle misure anti-cheat più efficaci, con Valorant e Fortnite che emergono come leader in questo ambito.
Seguono Overwatch, Battlefield 2042, Rainbow 6 Siege e Apex Legends, mentre Warzone si colloca più in basso nella scala di efficacia.
I migliori: Valorant (Rank 1.1) con Vanguard di Riot offre una protezione estesa sia a livello utente che kernel, caricandosi all’avvio, rendendolo il più sicuro. Fortnite (Rank 1.2) eccelle anche con il suo sistema anti-cheat a livello kernel, implementando varie misure proattive… pic.twitter.com/xSzCyN28lf
— Dipartimento di Polizia Anti-Imbrogli 🕵️ (@AntiCheatPD) 29 ottobre 2024
Il rapporto discute inoltre che “nonostante sia classificato come una soluzione anti-cheat a livello kernel, non è riuscito a identificare nessuno dei nostri test incentrati sul kernel. Tuttavia, oltre a riconoscere i modelli di cheat a livello kernel, Ricochet è riuscito a rilevare la maggior parte dei tentativi di attacco. Tuttavia, la nostra indagine ha dimostrato che non ha un protocollo di ban rigoroso e non riesce a implementare i ban dell’ID hardware”.
Questa ricerca arriva in un momento in cui i fan di Black Ops 6 sono sempre più preoccupati per l’incapacità di Ricochet di identificare con precisione i cheater, cosa che porta a ban ingiusti di giocatori innocenti.
Mentre la battaglia contro gli imbrogli nel gaming sembra non finire mai, alcune aziende stanno ricorrendo ad azioni legali per salvaguardare i propri interessi. All’inizio di quest’anno, Bungie, il creatore di Destiny 2, ha ricevuto 4,4 milioni di dollari di danni dopo aver intentato un’azione legale contro lo sviluppatore di imbrogli AimJunkies.
Credito immagine: Dexerto.com
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