La community di Black Ops 6 pone domande agli sviluppatori sui ban dei cheater limitati alle segnalazioni degli streamer

La community di Black Ops 6 pone domande agli sviluppatori sui ban dei cheater limitati alle segnalazioni degli streamer

Il problema degli imbrogli continua a tormentare la comunità dei videogiocatori, in particolare in Call of Duty: Black Ops 6 Ranked Play. Il famoso creatore di contenuti LunchTime ha espresso le sue preoccupazioni, accusando gli sviluppatori di aver affrontato principalmente i ban degli imbroglioni solo dopo essere stati evidenziati dai principali streamer.

Dal lancio della modalità Ranked Play il 21 novembre, i giocatori hanno subito dovuto affrontare sfide con i cheater che interrompevano il gameplay. Casi di imbrogli sono stati rapidamente condivisi sui social media, scatenando l’indignazione nella comunità.

In risposta, Activision ha pubblicamente riconosciuto le proprie carenze, affermando: “Non abbiamo colto nel segno nell’integrare RICOCHET Anti-Cheat al lancio della Stagione 01, in particolare per la modalità Classificata”. Questa ammissione, tuttavia, ha fatto poco per alleviare le frustrazioni dei giocatori, poiché persino streamer popolari come Nadeshot hanno smesso di trasmettere in streaming il gioco a causa dei continui problemi di cheating.

Sfide di imbroglio continuate in Black Ops 6 Classificato

Sperando in miglioramenti, LunchTime è tornato a Ranked Play dopo una pausa di due settimane, solo per imbattersi in un gruppo di imbroglioni nella sua prima partita. Ha raccontato l’incidente: “Questi ragazzi hanno giocato ad Havok la partita successiva e sono stati immediatamente bannati. Non è colpa di Colt, ma è un peccato che gli hacker vengano bannati solo se imbrogliano contro i migliori streamer”.

Nonostante un aggiornamento del 16 dicembre abbia promesso un’importante espansione del sistema di indagine sui replay e un aumento delle revisioni manuali delle clip da parte del team anti-cheat di Call of Duty, sorge il timore che queste revisioni possano riguardare prevalentemente filmati di noti streamer.

Mentre LunchTime apprezza gli sforzi di Havok per attirare l’attenzione sul cheating segnalando i trasgressori, si chiede se i giocatori normali subiranno lo stesso livello di controllo. Ad aumentare la frustrazione, il 23 dicembre gli sviluppatori hanno ribadito il loro impegno per le funzionalità cross-play, indipendentemente dall’epidemia di cheating che attualmente ha un impatto sul matchmaking.

Sia i giocatori occasionali che quelli competitivi chiedono ad Activision di porre rimedio al netto svantaggio che gli utenti console affrontano rispetto ai cheater su PC, ma l’azienda è rimasta ferma sulla sua posizione.

Mentre il team di sviluppo di Call of Duty si prepara a tornare dalle vacanze, la community attende con ansia aggiornamenti sull’efficacia delle iniziative messe in atto per contrastare gli imbrogli nelle partite classificate.

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