I fan di “Am I Racist” scoprono una stranezza nella valutazione del documentario su Rotten Tomatoes

Am I Racist, il documentario satirico del podcaster di destra Matt Walsh, vanta un punteggio notevole da parte della critica, nonostante la sua presenza limitata nei media tradizionali.

Il 2024 è stato un anno notevole per i documentari, con titoli avvincenti come Chimp Crazy e il profondamente inquietante Worst Ex Ever.

Ora il genere accoglie un’altra aggiunta degna di nota che ha riscosso successo tra il suo pubblico più affezionato: Am I Racist di Matt Walsh.

Con un punteggio del 99% su Rotten Tomatoes, l’incursione di questo podcaster di destra nel mondo del cinema documentario ha suscitato discussioni, soprattutto perché molti appassionati hanno notato che le principali piattaforme mediatiche stanno boicottando il film.

Caratterizzato da un falso documentario che ricorda Borat, Am I Racist segue Walsh in un viaggio fittizio per scoprire se nutre opinioni razziste segrete attraverso una serie di provocatorie trovate pubbliche.

Nonostante le implicazioni negative di fondo, Am I Racist ha riscosso un forte successo tra gli spettatori, ottenendo una valutazione positiva certificata su Rotten Tomatoes.

Tuttavia, l’ultima impresa di Walsh non ha ricevuto molta promozione da parte dei media tradizionali, il che potrebbe essere attribuito alle tattiche controverse impiegate da Walsh e dal suo team di produzione.

Matt Walsh in Sono razzista?
Rilascio SDG

L’autrice Robin DiAngelo, nota per il suo influente lavoro “White Fragility”, ha rivelato che Walsh l’ha ingannata per convincerla a partecipare al documentario, costringendola persino a pagare delle “riparazioni” a un produttore nero.

“Quando sono arrivata per l’intervista, alcune cose mi sono sembrate strane. I grip non volevano incrociare il mio sguardo e l’intervistatore, presentato come ‘Matt’, indossava una parrucca poco convincente”, ha affermato DiAngelo sul suo sito web. “Ero profondamente turbata dal modo in cui Matt aveva manipolato questa scena finale, spingendomi a inviare un’e-mail alla persona di contatto per chiarire che questa scena non era un autentico esempio di riparazione e avrebbe potuto trarre in inganno gli spettatori.

Ho chiesto che lo escludessero dal film e ho fornito varie risorse che delineavano genuini sforzi sistemici per le riparazioni. Mi ha assicurato che aveva capito e ha detto che non avevano ancora deciso se includere le riparazioni nel film, ma non mi ha mai più contattato né ha risposto alle mie e-mail”.

Am I Racist è attualmente in programmazione in alcuni cinema selezionati. Per ulteriori approfondimenti, esplora tutti gli altri nuovi film in uscita questo mese e resta aggiornato con la nostra guida ai migliori film del 2024 finora.

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