L’ex giocatore della NFL definisce Sean Strickland “feccia dell’umanità” dopo lo sfogo anti-LGBTQ

Seguendo l’ultimo sfogo di Sean Strickland, l’ex giocatore della NFL Carl Nassib definisce la stella dell’UFC la “feccia dell’umanità”.

Sean Strickland ha pubblicato un paio di lunghi post sui social media con un linguaggio poco lusinghiero nei confronti della comunità LGBTQ+.

Carl Nassib, che è diventato il primo giocatore della NFL apertamente gay nel 2021, ha fatto eccezione a questa invettiva.

Nassib ha risposto su Instagram definendo Strickland “feccia” e chiedendosi perché l’ UFC continua a dargli una piattaforma e uno stipendio.

Sean Strickland si scalda per i commenti LGBTQ+

Strickland ha inviato il messaggio ai suoi oltre 500.000 follower su X, dicendo che considera i membri LGBTQ+ simili a quelli con disabilità mentali.

Nel secondo post , Strickland ha ribadito che il primo post doveva essere uno scherzo, ma poi ha continuato dicendo che “essere gay è un’anomalia”.

Nassib ha rivelato di aver precedentemente contattato Strickland chiedendogli di rinunciare agli insulti LGBTQ+. L’ex giocatore della NFL ha condiviso uno screenshot di quel messaggio su Instagram. Nassib dice che Strickland lo ha bloccato.

“Che succede, Sean? Davvero non apprezzo tutto l’odio e la negatività che nutri nei confronti della comunità gay”, ha detto Nassib.

“Parli costantemente di uccidere influencer e di quanto odio provi per persone come me. Non ho mai guardato UFC né ti ho visto competere, ma ho sentito parlare di te ultimamente ed è una ca**ata. Ti chiedo, come uomo e collega concorrente, di licenziare la mia comunità per andare avanti”, ha implorato.

“Ispirerai le persone che influenzi a ferire persone come me e nessuno lo vuole.”

Outsports ha un elenco aggiornato di casi in cui Strickland ha degradato membri della comunità LGBTQ+ e risale a diversi anni fa. Nassib ha tentato di convincere Strickland a fare marcia indietro e ha definito l’UFC “pazzo” per avergli dato una piattaforma.

Il CEO dell’UFC Dana White è stata per lo più silenziosa sull’argomento in passato, sostenendo solo che i suoi combattenti hanno il diritto alla libertà di parola.

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