HYBE ottiene l’approvazione del tribunale per perseguire gli operatori dei canali YouTube per diffamazione
Un tribunale distrettuale degli Stati Uniti ha ufficialmente approvato l’iniziativa di HYBE di ottenere prove da Google e YouTube, che saranno utilizzate in un’iniziativa legale estera in corso. Questa mossa strategica mira a ritenere responsabili gli operatori di specifici canali YouTube ai sensi delle leggi civili e penali in Corea del Sud.
Il 27 novembre (ora locale), il giudice capo del distretto settentrionale della California, Donna M. Ryu, ha concesso l’autorizzazione a HYBE, insieme alle sue sussidiarie Belift Lab e Source Music, di emettere citazioni in giudizio contro Google. La sentenza ha sottolineato: “La richiesta del ricorrente è approvata e Google deve fornire tutte le informazioni relative ai canali YouTube entro 30 giorni”.
Accuse di diffamazione contro ILLIT e LE SSERAFIM
HYBE sostiene che alcuni canali YouTube, come “Cute Rabbit Jjang”, “EnterPick” e “People Box”, hanno diffuso informazioni false. Questi canali hanno accusato il gruppo K-pop ILLIT di plagio e hanno criticato LE SSERAFIM, anch’esso parte di Source Music, per aver presumibilmente nascosto la presunta mancanza di talento tra i suoi membri.
Azione legale intrapresa in Corea del Sud
Alla luce di queste accuse, HYBE ha avviato otto cause civili il 30 agosto presso la Corte distrettuale occidentale di Seoul, cercando di identificare gli operatori dietro questi canali YouTube. Questo processo di identificazione è essenziale per perseguire sia azioni civili che potenziali azioni penali.
Aspettative da Google
HYBE ha richiesto a Google di fornire documenti e informazioni in grado di identificare gli individui collegati a questi canali YouTube. Le prove raccolte saranno strumentali nei procedimenti legali in corso in Corea del Sud. In seguito all’emissione di citazioni in giudizio, Google si riserva il diritto di contestare tali richieste.
Decisione giudiziaria sulle richieste di citazione in giudizio
Il giudice Ryu ha affermato che la richiesta di citazione è ragionevole, affermando: “Non è né eccessivamente invadente né eccessivamente gravosa, poiché cerca solo le informazioni necessarie”. Secondo la sentenza, Google è obbligata a rilasciare le informazioni richieste entro il lasso di tempo stabilito, mentre gli operatori dei canali YouTube hanno 30 giorni per contestare le citazioni se scelgono di farlo.
Per ulteriori dettagli, fare riferimento all’articolo originale su Seoul Wire .
Per saperne di più su questo sviluppo, leggi la copertura fornita da KBizoom .
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