Lo studio rileva che i feti usano il gene avido del padre per ottenere più cibo nel grembo materno      

Lo studio rileva che i feti usano il gene avido del padre per ottenere più cibo nel grembo materno      

Un nuovo studio ha scoperto che i bambini non ancora nati usano un “gene avido” dai loro padri per controllare le loro madri affinché forniscano loro più cibo nel grembo materno.

Scienziati dell’Università di Cambridge hanno scoperto che i feti usano la componente golosa per controllare a distanza il metabolismo della madre, creando un tiro alla fune nutrizionale nel grembo materno.

“Il gene avido”: di cosa tratta lo studio?

Un'immagine ecografica di un feto umano.  (Foto via Pexels/Valeriia Svietlova)
Un’immagine ecografica di un feto umano. (Foto via Pexels/Valeriia Svietlova)

Il nuovo studio pubblicato sulla rivista Cell Metabolism discute di come la placenta comunica e manipola la madre attraverso il rilascio di ormoni per adattarsi alla crescita del suo bambino.

Secondo Amanda Sferruzzi-Perri, co-autrice senior della ricerca e professoressa di fisiologia fetale e placentare, questo studio è la prima prova che suggerisce che i geni ereditati dal padre manipolino la madre per deviare la nutrizione della gravidanza al nascituro.

Secondo un altro scienziato, il dottor Miguel Constancia, anch’egli coinvolto nello studio, il sistema di controllo remoto dei feti è fondamentalmente gestito da un componente ereditario che può essere spento o acceso a seconda che provenga da quello del padre o della madre, chiamato anche i “geni impressi”.

Ha aggiunto:

“I geni controllati dal padre sono avidi ed egoisti e tendono a manipolare le risorse della madre a beneficio dei feti e per consentire loro di crescere grandi e in forma.”

Secondo i ricercatori, i geni di un padre promuovono la crescita fetale, mentre quelli della madre lo limitano.

Risultati dello studio

La ricerca è stata condotta su topi gravidi.  (Foto via Pexels/Yan Krukau)
La ricerca è stata condotta su topi gravidi. (Foto via Pexels/Yan Krukau)

Nell’esperimento condotto su topi gravidi, gli scienziati hanno modificato le cellule di segnalazione nella placenta che dirigono l’assegnazione del cibo della madre al suo feto in via di sviluppo. Hanno rimosso un gene chiamato Igf2, che garantisce il corretto sviluppo e la crescita dei tessuti fetali, dalla placenta di topi gravidi.

Gli scienziati hanno scoperto che l’assenza di Igf2 ha influito negativamente sul rilascio della proteina “fattore di crescita simile all’insulina due” e ha anche influenzato gli ormoni che gestiscono il rilascio di insulina dal pancreas. Secondo gli esperti, questo particolare materiale genetico ha il potere di modificare e manipolare il metabolismo della madre.

Secondo il dott. Jorge Lopez-Tello, autore principale dello studio, quando l’Igf2 del padre viene disattivato nelle cellule di segnalazione, la madre non produce abbastanza lipidi, grassi e glucosio. Questi nutrienti raggiungono i bambini non ancora nati in quantità insufficienti. Di conseguenza, il feto non si sviluppa correttamente.

Effetti del deficit di Igf2 sul feto umano

La carenza di Igf2 può portare a bambini poco cresciuti o troppo cresciuti.  (Foto via Pexels/PRODUZIONE MART)
La carenza di Igf2 può portare a bambini poco cresciuti o troppo cresciuti. (Foto via Pexels/PRODUZIONE MART)

Gli scienziati ritengono che la carenza di Igf2 possa portare a bambini poco cresciuti o troppo cresciuti. Nell’esperimento, i ricercatori hanno scoperto che i topi nati da madri senza Igf2 manifestavano sintomi di diabete e diventavano anche obesi man mano che crescevano.

Gli scienziati affermano che le loro scoperte mostrano quanto sia benefica la distribuzione controllata dei nutrienti al nascituro per la sua salute per tutta la vita. Sottolinea l’importanza di una corretta e adeguata dieta in gravidanza e anche il ruolo della placenta.

I ricercatori suggeriscono che in futuro sono necessari ulteriori studi per scoprire nuovi modi in cui i cambiamenti negli ormoni possono giovare alla salute dei feti e delle madri e come la placenta può essere mirata per proteggere i feti dal consumo eccessivo di sostanze nutritive.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *