Un insegnante proibisce termini gergali della generazione Z come “Aura” e “Pookie” per incoraggiare gli studenti a migliorare le competenze linguistiche

Un’insegnante di scienze ha attirato l’attenzione su TikTok per aver proibito termini gergali tipici della Generazione Z come “aura” e “pookie” nella sua classe per incoraggiare i suoi studenti a parlare in modo più formale e “essere migliori”.

Nell’attuale era digitale, tenere il passo con i vari termini gergali utilizzati sulle diverse piattaforme di social media come TikTok può essere una sfida, soprattutto perché i termini si evolvono tra le generazioni più giovani.

La generazione Z ha ridefinito molte parole, tra cui “bop”, trasformandole in espressioni completamente nuove, complicando la comprensione dello slang attuale.

Per affrontare il crescente elenco di slang della Generazione Z e promuovere un dialogo più istruito, l’insegnante di scienze della Florida Angela Santalo ha deciso di vietare diverse parole gergali nelle sue classi, tra cui “pookie”, “aura”, “bro” e “womp womp”.

@thatpinkscienceteacher

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Santalo ha condiviso le regole della sua classe su TikTok , intitolando il video “Parole che sono proibite nella mia classe dopo averle sentite un milione di volte”.

Il filmato, che ha totalizzato oltre 3,3 milioni di visualizzazioni, mostra Santalo mentre presenta le parole gergali vietate tramite una presentazione PowerPoint.

Nel suo video, ha sottolineato, “Non sono la pookie di nessuno. Non chiamatemi pookie. Smettete di rivolgervi alle persone con il termine pookie”, e ha spiegato il suo ragionamento per voler rimuovere queste parole dal dialogo degli studenti.

Dopo l’annuncio del divieto di termini come “bro” e “aura”, gli studenti hanno risposto con gemiti e proteste.

In un’intervista rilasciata al The Sun , Santalo ha dichiarato che la sua decisione è nata dall’aver sentito quelle parole ripetutamente in classe.

Ha spiegato: “Il motivo per cui lo faccio è perché voglio che tu parli come se fossi più istruito”.

Ha spiegato: “Ci mettevamo in fila per il pranzo e sentivo gli studenti dire: sei così skibidi, o questo è così sigma… Non capisco come questi termini si inseriscano in una conversazione normale”.

Da quando ha introdotto questa regola, Santalo ha notato che, nonostante i suoi studenti ogni tanto commettano errori e utilizzino lo slang proibito, li riconoscono rapidamente e si correggono.

Nel complesso, ritiene che il divieto sia stato efficace nell’aiutare i suoi studenti a sviluppare la moderazione e a comunicare in modo più appropriato.

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