Il proprietario del team Valorant critica l’investimento di 700.000 $ nel roster in mezzo al “disastro” del sistema VCT

Il proprietario del team Valorant critica l’investimento di 700.000 $ nel roster in mezzo al “disastro” del sistema VCT

Il CEO di Acend Club, Benjamin Rolle, ha recentemente espresso sui social media le sue preoccupazioni sul sistema Valorant Champions Tour (VCT), definendolo un “disastro” dopo che la sua organizzazione ha investito 700.000 $ in vari roster di Valorant negli ultimi due anni.

Rolle ha evidenziato importanti difetti nel secondo livello dell’ecosistema eSport di Valorant, indicando che la situazione è peggiorata da quando Riot Games ha implementato la sua struttura di campionato semi-chiusa.

“Gli eSport meritano di meglio. Valorant merita di meglio. Forse Riot si concentra principalmente sul Tier 1. È possibile che i piani alti non siano consapevoli dei problemi in gioco. Il cambiamento potrebbe arrivare, ma al momento è un disastro per le organizzazioni”, ha osservato il dirigente.

Un tempo considerata un’organizzazione di prim’ordine nella scena di Valorant, Acend ha avuto una corsa impressionante nel 2021, culminata con una vittoria al primo Champions. Tuttavia, dopo una lotta durata due anni per assicurarsi un posto di promozione in VCT EMEA, Acend ha annunciato il suo ritiro dagli eSport di Valorant il 16 settembre 2024.

Dopo la stagione 2022, Riot Games non ha esteso un invito ad Acend per il sistema di lega partner VCT. Tuttavia, l’organizzazione ha continuato a competere nel panorama Tier 2, sperando di guadagnarsi un posto nella competizione EMEA.

Acend vince il Valorant Champions 2021
Wojciech Wandzel/Riot Games

Acend vince il premio Valorant Champions 2021.

L’organizzazione ha presentato roster altamente competitivi, sostenendo costi elevati. Il team del 2023 è arrivato terzo al VCT Ascension EMEA, mentre il team del 2024 ha purtroppo perso l’evento.

“Una volta scesi al Tier 2, tutto è cambiato. È lì che è iniziato l’incubo. Competere per un singolo posto di promozione in tutta Europa non è solo una sfida, è spietato, ma potenzialmente gratificante. Squadre come la nostra hanno investito ingenti somme di denaro, tempo e passione nella competizione, offrendo stipendi competitivi e facendo sacrifici significativi”, ha osservato Rolle.

Il CEO ha poi spiegato come il panorama europeo Tier 2 sia diventato, a suo avviso, una landa desolata per le squadre, poiché gli organizzatori dei tornei hanno costantemente difficoltà a pagare le vincite e a mantenere gli stipendi del personale di produzione coinvolto in questi campionati Challengers.

La gestione da parte di Riot del sistema di feeder nei suoi principali campionati di eSport resta una questione controversa, in quanto le organizzazioni trovano difficile giustificare gli impegni finanziari nei confronti di giocatori e formazioni senza ritorni chiari e affidabili sui loro investimenti, spesso limitati a slot temporanei nella massima lega.

Lo sviluppatore mostra scarsi incentivi a fornire alle organizzazioni al di fuori dei suoi campionati principali flussi di entrate alternativi, come stipendi o entrate derivanti da elementi cosmetici all’interno del gioco, poiché le sue priorità per le proprietà di eSport differiscono da quelle dei team concorrenti.

Nonostante questi problemi, molti giocatori, dirigenti come Rolle e creatori di contenuti continuano a esprimere le loro preoccupazioni in merito alla gestione da parte di Riot Games dei suoi framework di eSport.

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