Perché Naoya Zen’in è il cattivo meglio scritto in Jujutsu Kaisen, non Sukuna

Perché Naoya Zen’in è il cattivo meglio scritto in Jujutsu Kaisen, non Sukuna

Jujutsu Kaisen ha catturato l’attenzione degli appassionati di anime e manga, presentando personaggi complessi come Satoru Gojo e Ryomen Sukuna. Mentre Sukuna è senza dubbio un antagonista accattivante, c’è un altro personaggio la cui rappresentazione come cattivo è presumibilmente superiore: Naoya Zen’in. Nonostante abbia un ruolo minore, la caratterizzazione di Naoya si allinea perfettamente con i temi e i concetti centrali della serie, rendendolo una figura degna di nota nel discorso attorno a Jujutsu Kaisen.

La narrazione di Jujutsu Kaisen si addentra nella corruzione che permea la comunità degli stregoni, rivelando quanti individui all’interno di questa società lottino con l’ambiguità morale. In netto contrasto con personaggi come Yuji Itadori e Yuta Okkotsu, che lottano per il cambiamento, Naoya incarna i difetti della società, traendo piacere dalla sua corruzione. Le sue motivazioni non sono solo riconoscibili, ma anche intimamente legate ai dilemmi affrontati dal cast principale, distinguendolo da entità più distaccate come Sukuna e Kenjaku.

Disclaimer: questo articolo contiene spoiler sulla serie.

Perché Naoya Zen’in supera Sukuna come cattivo in Jujutsu Kaisen

Maki era il principale antagonista di Naoya nella serie (immagine tramite Shueisha).
Maki è il principale antagonista di Naoya nella storia (immagine tramite Shueisha).

Il mondo di Jujutsu Kaisen è rovinato da una profonda corruzione tra i suoi stregoni, con molti della vecchia generazione che soccombono ai loro impulsi più oscuri. Al contrario, stregoni più giovani come Yuji e Yuta si oppongono a questa marea, cercando di riparare ai torti del passato. Naoya, tuttavia, si crogiola nel decadimento, prosperando in mezzo al caos morale che definisce la società degli stregoni.

Come personaggio, Naoya è una manifestazione degli stessi problemi che Satoru Gojo intende correggere attraverso il suo mentoring. A differenza dei suoi compagni stregoni, Naoya è impenitente, disposto a tradire persino la sua stessa famiglia nella sua ricerca della supremazia all’interno del clan Zen’in. La sua ambizione illustra un agghiacciante impegno verso il potere, negando i valori tradizionali che altri si sforzano di sostenere.

In contrasto con la malvagità archetipica mostrata da Sukuna e Kenjaku, il tipo di malvagità di Naoya è radicato e distintamente umano. Il suo palese disprezzo per le donne e la tendenza a infliggere abusi rivelano vulnerabilità dentro di lui, in particolare quando affronta Choso durante il loro confronto. Tali caratteristiche aumentano la sua complessità, rendendo i suoi tratti malvagi più autentici e riconoscibili.

Ulteriori approfondimenti sul ruolo di Naoya come cattivo meglio scritto

Naoya come appare nel manga (immagine tramite Shueisha).
Naoya raffigurata nel manga (Immagine via Shueisha).

Sebbene sia vero che Sukuna è più imponente e lascia un’impressione duratura, la sua trama spesso sembra scollegata dalla narrazione sovrastante che enfatizza la corruzione interiore degli stregoni Jujutsu. In netto contrasto, Naoya è radicato in questo stesso ambiente, aspirando a guidare la corruzione dilagante piuttosto che a sfidarla.

La sua rivalità con Maki Zen’in è un altro elemento critico che sottolinea la rilevanza di Naoya all’interno della trama. La loro storia tumultuosa, in particolare il comportamento violento di Naoya nei confronti della sorella di Maki, Mai, sottolinea la sua misoginia e mette in luce il suo completo disprezzo per i legami familiari quando si tratta di raggiungere i suoi obiettivi.

Conclusione

Sebbene Naoya Zen’in possa non possedere il peso narrativo di personaggi come Sukuna o Kenjaku, il suo personaggio funge da potente simbolo della corruzione radicata che definisce Jujutsu Kaisen. La sua ambizione inflessibile e i suoi demoni interiori forniscono una connessione più profonda con i temi centrali della serie, rendendolo una figura avvincente nell’esplorazione del decadimento morale all’interno della società degli stregoni.

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